Accordi tra Italia e Arabia Saudita

Accordi energetici tra Italia e Arabia Saudita

Una cooperazione strategica per l’energia sostenibile

Il 14 gennaio 2025, Italia e Arabia Saudita hanno raggiunto un traguardo storico nel campo dell’energia sostenibile. Sono riusciti a firmare un memorandum d’intesa (MoU) a Riyadh.

Con questo accordo, i due Paesi possono collaborare per favorire una transizione energetica più verde.

L’intesa è valida per cinque anni, inoltre, punta a promuovere la cattura e lo stoccaggio della CO₂. Oltre a ciò, mira a rafforzare anche le interconnessioni elettriche tra i due Paesi. Il ministro italiano dell’Ambiente e il ministro saudita dell’Energia hanno evidenziato l’importanza strategica dell’accordo.

Questo Memorandum d’Intesa (MoU posiziona Italia e Arabia Saudita come leader nella lotta al cambiamento climatico. Ma non solo! Promuove anche l’innovazione energetica a livello globale.

 

Analisi del contesto energetico

Facciamo un passo indietro spiegando cosa era successo in passato, e cosa sta cambiando oggi!

Negli ultimi anni, la domanda di energie rinnovabili è cresciuta rapidamente. Il mondo sta accelerando la transizione verso soluzioni più pulite e sostenibili, proprio per questo, l’accordo tra Italia e Arabia Saudita arriva in un momento strategico. Questo serve anche a migliorare l’economia di entrambi i Paesi.

La necessità di diversificazione energetica

Per migliorare l’economia del nostro paese, l’Italia deve diversificare le sue fonti energetiche per ridurre la dipendenza dal gas naturale. Nel 2024, infatti, il 42% dell’energia consumata nel Paese proveniva da gas naturale. Qual è stata la conseguenza?  Questa situazione rendeva l’Italia vulnerabile alle fluttuazioni dei mercati globali, soprattutto dopo le recenti crisi energetiche. Proprio per questo motivo si è giunti all’accordo.

Ma qual è lo scopo dell’Arabia Saudita? Bisogna pensare che, l’Arabia Saudita, d’altro canto, vuole diminuire la sua dipendenza dal petrolio. Perché purtroppo  rappresenta oltre il 60% del suo PIL. Lo scopo di quest’accordo, che sarà la Vision 2030, mira appunto a sviluppare energie rinnovabili e d’idrogeno, fondamentali per diversificare l’economia e attrarre investimenti esteri.

Obiettivi chiave dell’accordo

-Energie rinnovabili: Promuovere lo sviluppo di impianti solari ed eolici per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, generando energia pulita direttamente da fonti naturali.

-Idrogeno rinnovabile e a basse emissioni: Produrre idrogeno verde tramite elettrolisi alimentata da rinnovabili, utilizzandolo come vettore energetico per settori difficili da elettrificare e per l’esportazione verso l’Europa.

-Cattura e stoccaggio della CO₂ (CCUS): Ridurre le emissioni industriali catturando la CO₂ e immagazzinandola in formazioni sotterranee, evitando che entri nell’atmosfera.

-Riduzione delle emissioni di metano: Migliorare le pratiche di estrazione e trasporto del gas naturale per minimizzare le perdite e il rilascio di metano, un gas serra altamente impattante.

Differenze tra i vari obiettivi: 
  • Energie rinnovabili e idrogeno verde:
    Le energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, producono energia elettrica direttamente sfruttando risorse naturali inesauribili, come il sole e il vento. L’idrogeno verde, invece, è un vettore energetico: viene prodotto utilizzando energia rinnovabile per alimentare l’elettrolisi dell’acqua. A differenza delle rinnovabili, l’idrogeno può essere immagazzinato e trasportato, rendendolo ideale per settori difficili da elettrificare e per una maggiore flessibilità di utilizzo.
  • Cattura e stoccaggio della CO₂ e riduzione del metano:
    La tecnologia CCUS (Carbon Capture, Utilization, and Storage) si concentra sulla cattura delle emissioni di anidride carbonica generate da attività industriali e sulla loro conservazione in formazioni geologiche sicure. Al contrario, la riduzione del metano mira a prevenire il rilascio di questo gas serra durante l’estrazione e il trasporto di idrocarburi, affrontando un problema specifico delle attività legate al gas naturale.

L’Italia come hub energetico per l’Europa

Spieghiamo prima che cos’è un Hub energetico, per capire poi perché è importante per l’Italia.

Essere un hub energetico significa che l’Italia potrebbe diventare un crocevia strategico per la produzione, il transito, lo stoccaggio e la distribuzione di energia verso il resto d’Europa.

Punti chiave:

  1. Importazione e transito: l’Italia sarebbe un punto d’ingresso per energia proveniente da Paesi come l’Arabia Saudita e il Nord Africa, distribuendola al resto del continente.
  2. Produzione locale: il Paese contribuirebbe con energia rinnovabile prodotta internamente, come solare ed eolico.
  3. Stoccaggio e distribuzione: infrastrutture avanzate permetterebbero di immagazzinare energia e distribuirla secondo le necessità.
  4. Vantaggi geopolitici ed economici: l’Italia rafforzerebbe la sua posizione strategica, attrarrebbe investimenti e favorirebbe lo sviluppo tecnologico ed economico.

In sintesi, il ruolo di hub energetico migliorerebbe la sicurezza energetica dell’Europa e aumenterebbe la rilevanza geopolitica dell’Italia nella transizione verso energie pulite.

Il ministro Pichetto Fratin ha sottolineato che questa partnership rafforzerà il ruolo dell’Italia nel panorama energetico europeo. Inoltre, contribuirà a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a migliorare la sicurezza energetica del continente.

Prospettive future

Entrambi i Paesi hanno espresso l’intenzione di ampliare la collaborazione con progetti pilota e investimenti congiunti in tecnologie innovative. Inoltre, l’Italia, tramite il Ministero dell’Ambiente, ha annunciato l’apertura di una rappresentanza permanente presso l’International Energy Forum (IEF) a Riyadh, per rafforzare il dialogo e la cooperazione.

 

Fonti

  • Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine (ECMWF)
  • Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Italia
  • Ministero dell’Energia, Arabia Saudita
  • International Energy Forum (IEF)
  • ENEA, “Transizione energetica e nuove opportunità”, 2025
  • International Renewable Energy Agency (IRENA), “Global Hydrogen Demand”, 2024

 

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